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Comunicati stampa
Reumatologi in piazza per informare sull’artrite reumatoide
15 ottobre: giornata nazionale del malato reumatico
Il prossimo 15 ottobre ricorre la giornata nazionale del malato reumatico. Per l’occasione la sezione varesina dell’Associazione Lombarda Malati Reumatici (ALoMaR), in collaborazione con il personale medico ed infermieristico dell’Ambulatorio di Reumatologia e delle malattie Metaboliche dell’Osso dell’Ospedale di Circolo di Varese, promuoverà una manifestazione, che si svolgerà sabato 14 ottobre in Piazza Monte Grappa dalle ore 10 alle 18, con il patrocinio della Regione Lombardia Sanità, molto sensibile al problema delle malattie croniche.
I volontari dell’Associazione saranno presenti sotto un gazebo e distribuiranno materiale informativo sulle attività della ALOMAR e sulle principali affezioni reumatiche a tutti i visitatori interessati ad affrontare più consapevolmente e meglio le malattie reumatiche e a tutti coloro che sono impegnati socialmente e vogliono sostenere l’ALOMAR in qualche modo. All’evento, giunto a Varese alla sua seconda edizione, è prevista anche la presenza di specialisti reumatologi e di fisioterapisti, che forniranno ai cittadini corrette informazioni di carattere medico.
“In Italia - spiega il Dott. Marco Broggini, responsabile del Servizio di Reumatologia dell’Ospedale di Circolo - le malattie reumatiche sono al secondo posto per frequenza, dopo le malattie dell’apparato respiratorio, e sono in testa alla graduatoria delle patologie cronico-degenerative. Sono colpite, infatti, circa 5 milioni e mezzo di persone (pari al 10% della popolazione). Contrariamente a quanto si crede, queste malattie non colpiscono solo le persone adulte ed anziane, ma anche persone in giovane e giovanissima età. Le più conosciute sono l’artrite reumatoide, l’artrosi, l’osteoporosi, la gotta, ma ve ne sono molte altre meno importanti come frequenza, ma non come gravità, quali il lupus e la sclerodermia.
Per quanto riguarda l’artrite reumatoide - continua il Dott. Broggini - nel mondo le persone affette da questa patologia sono circa 10 milioni, in Italia sono circa 300.000. Il questa patologia il benessere psicofisico del malato risulta compromesso non solo dall’inarrestabile progressione dell’affezione, ma in varia misura anche dalle difficoltà di poter continuare a svolgere le attività lavorative e quindi di relazione: ne conseguono anche problemi economici, che coinvolgono tutta la famiglia, ed anche problemi relativi alla vita coniugale.
Una diagnosi precoce consente di iniziare al più presto le opportune terapie così da impedire l’instaurarsi di gravi danni all’apparato locomotore o quanto meno di arrestare l’evoluzione della malattia, consentendo così una migliore qualità di vita ed un contenimento dei pesanti costi assistenziali”.
Varese, mercoledì 11 ottobre 2006