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Comunicati stampa
La chirurgia plastica del Circolo cambia sede
Tra venerdì e sabato si trasferisce nel Padiglione centrale
Tra venerdì pomeriggio e sabato mattina l’U.O. semplice a valenza dipartimentale di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell’Ospedale di Circolo di Varese cambierà sede, spostandosi dal piano terreno del padiglione ex maternità al secondo piano del Padiglione centrale, negli spazi occupati, prima dell’entrata in funzione del nuovo monoblocco, dalla Medicina generale 1.
La nuova sede consentirà all’U.O. diretta dal Prof. Luigi Valdatta di ampliare l’offerta assistenziale e formativa, potendo disporre di spazi più ampi, con due ambulatori dedicati alle medicazioni, una sala per i Medici specializzandi, una sala riunioni, lo studio del Primario, la segreteria ed un locale ad uso deposito.
Sullo stesso piano del Padiglione Centrale, nell’ambito del Poliambulatorio già attivo, troverà posto anche l’attività di Chirurgia Plastica ambulatoriale.
“La nostra attività – spiega Valdatta - accanto alla didattica e alla ricerca, si rivolge soprattutto ai pazienti oncologici o traumatizzati e a quelli affetti da ulcere o che presentano ustioni e malformazioni. La nostra Chirurgia entra in gioco in tutte quelle situazioni che, a causa di patologie o incidenti di varia natura, rendono necessario un intervento di ricostruzione per restituire al paziente un assetto funzionalmente accettabile ed un aspetto esteticamente gradevole”.
Accanto all’attività ambulatoriale, con oltre 2mila prestazioni solo nel 2009 e 400 interventi, l’Unità Operativa guidata da Valdatta ogni settimana svolge due sedute operatorie nelle sale del nuovo monoblocco, con oltre 280 interventi in regime ordinario nel 2009, una seduta di Day Surgery a settimana in autonomia e un’altra in collaborazione con l’Ortopedia e dedicata esclusivamente alla chirurgia della mano. Gli interventi chirurgici in regime di Day Surgery nel 2009 sono stati oltre 300.
Contestualmente al trasferimento nella nuova sede, l’Unità Operativa di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva passerà, a breve, da 4 a 6 posti letto di degenza, situati al quarto piano del monoblocco, e, sempre a breve, dovrebbe aumentare anche le ore di sedute operatorie, rendendo possibile l’esecuzione di interventi di ricostruzione microchirurgica per i pazienti oncologici e traumatizzati (tali interventi infatti richiedono un notevole numero di ore di sala operatoria disponibili), consentendo di adeguare l’attività di Chirurgia Plastica del nostro Ospedale ai più avanzati standard europei.
“La nostra attività - continua Valdatta - si rivolge ai pazienti che hanno subìto un intervento per patologie oncologiche, per i quali si rende necessario procedere alla ricostruzione delle perdite di sostanza determinate dalla asportazione dei tumori; ai pazienti con complesse fratture scheletriche e relative esposizioni dei monconi ossei, quali i pazienti politraumatizzati; a donne che necessitino di ricostruzione mammaria, una volta che la mammella sia stata asportata per causa di un tumore maligno. Per queste ultime l’intervento di chirurgia ricostruttiva avviene, sempre più spesso, contestualmente all’intervento per l’asportazione della massa tumorale”.
Una patologia in costante aumento è rappresentata da quei pazienti che afferiscono al Pronto Soccorso in quanto vittime di incidenti stradali e/o aggressioni di varia natura, che comportino gravi ferite lacero-contuse al volto o in altre regioni del corpo dotate di un elevato significato funzionale e/o estetico. In questo caso è intuibile l’importanza di una riparazione plastica, rispettosa delle unità estetiche coinvolte dal trauma lesivo.
L’Unità operativa di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva del Circolo ha avviato un’intensa collaborazione con l’Università di Pittsburgh per la ricerca relativa all’utilizzo delle cellule staminali.
“Il Dott. Mario Cherubino – conclude Valdatta – ha trascorso un anno negli Stati Uniti per approfondire la sua conoscenza su queste nuove frontiere della Chirurgia Plastica che troveranno applicazione anche a Varese, nell’ottica di una moderna concezione delle strategie ricostruttive che, da squisite procedure chirurgiche, si trovano sempre più combinate a metodiche di tipo clinico-laboratoristico, nello sforzo di ottenere non solo una riparazione bensì una vera e propria rigenerazione dei tessuti.
È intuibile come tale tipo di metodiche possano avere un ruolo fondamentale nel trattamento di pazienti con ulcere cutanee non tendenti alla guarigione, ovvero in pazienti ustionati. Queste due patologie, infatti, parte integrante dell’offerta assistenziale che l’Unità operativa di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva offre alla nostra comunità.”
Varese, 19 Novembre 2009