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Comunicati stampa
Massima sicurezza nel processo trasfusionale. Varese prima in Europa
Un chip a radiofrequenza garantisce la tracciabilità di ogni campione di sangue e la perfetta corrispondenza tra donatore, sangue donato e paziente ricevente.
Se il processo trasfusionale, l’insieme cioè delle operazioni che vanno dal donatore di sangue al paziente che riceve la trasfusione, è già ipermonitorato e sicuro, ora lo sarà ancora di più.
Anzi, all’Ospedale di Circolo è da circa un anno che ogni singola sacca di sangue è seguita passo passo con un sistema unico in Europa che sfrutta le radiofrequenze e le tecnologie informatiche.
“Grazie al nuovo sistema RFId, una sigla che sta per Radiofrequency Identification, il minimo rischio di errore nell’attribuzione di una sacca di sangue ad un determinato donatore e ad un determinato paziente è stato abbattuto” commenta soddisfatto il dott. Davide Rossi, Direttore del Dipartimento di Biotecnologie e dell’U.O. Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’Azienda Ospedaliera.
Tramite un chip a radiofrequenze applicato su ciascuna sacca prima del momento in cui viene riempita, cioè all’atto della donazione, tutte le informazioni che riguardano il donatore, le modalità di raccolta e ogni operazione successivamente compiuta su quel campione sono immediatamente accessibili in modo da identificare univocamente quella determinata sacca, la sua origine e anche il suo destino.
“Quando vengono richiesti del sangue o dei suoi derivati per una trasfusione ad un paziente, - spiega il dott. Rossi - si identifica la sacca corrispondente alle caratteristiche necessarie. A quel punto, nel chip che la accompagna, accanto alle altre informazioni già presenti, viene indicato il nome del paziente che la attende, in modo tale che quell’unità di sangue possa essere destinata a lui e soltanto a lui, senza nessuna possibilità di errore”.
In altre parole, è come se venisse colmata la distanza tra il servizio trasfusionale e i vari reparti in cui si trovano i pazienti che necessitano di una trasfusione, eliminando completamente ogni minimo margine di errore.
“Il sistema al Circolo è attivo da poco più di un anno e il prossimo autunno sarà esteso a Luino e Cittiglio. Inoltre, a partire dalla degenza di Malattie Infettive e progressivamente negli altri reparti, sarà completato con un ulteriore passaggio, che permetterà, in un certo senso, di chiudere il cerchio della sicurezza e tracciabilità”. Il braccialetto identificativo già applicato ad ogni paziente ricoverato, e che ora ne permette l’identificazione tramite codice a barre, sarà infatti munito di un tag a radiofrequenza, analogo a quello applicato alle sacche ematiche, che, tramite un apposito lettore, consentirà di verificare immediatamente e con totale certezza la corrispondenza tra il paziente e la sacca di sangue di cui potrebbe eventualmente abbisognare.
“Ora l’identificazione avviene tra il chip della sacca e il codice a barre del braccialetto. Da ottobre, a partire dal reparto di Malattie Infettive, il confronto sarà ancora più immediato”.
Una vera rivoluzione del sistema, come la definisce il Dott. Rossi, partita quasi in sordina e che, dal prossimo autunno, mostrerà in modo più evidente i grandi benefici che offre.
Varese, 27 luglio 2011