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Comunicati stampa
Un grande dono all’Unità Coronarica del Circolo
per esprimere riconoscenza all’Ospedale che lo ha curato
Aristide Franzosi, un settantenne di Sumirago, è stato diverse volte paziente dell’Ospedale di Circolo di Varese per problemi cardiaci.
In segno di riconoscenza per le cure ricevute, ha voluto donare all’Unità Coronarica una preziosissima integrazione software che migliora notevolmente le prestazioni dell’ecocardiografo già a disposizione del reparto.
In particolare, grazie ai due pacchetti di applicativi donati, del valore di oltre 20mila euro, viene migliorata la qualità delle immagini visualizzate, aiutando l’esecuzione delle procedure eco guidate. Inoltre, l’ecocardiografo è in grado di offrire un’analisi della funzionalità cardiaca molto più dettagliata e precisa, così da supportare la diagnosi del cardiologo.
L’utilità di questo strumento è ancora più evidente se si considerano i dati di attività: ogni anno l’ecocardiografo dell’Unità Coronarica esegue oltre mille ecografie, la quasi totalità delle quali su pazienti in condizioni di urgenza. Non solo: l’Unità coronarica utilizza questa apparecchiatura per eseguire le procedure di ecocardiografia anche per tutte le altre terapie intensive dell’Ospedale.
Grazie alla donazione, la macchina sarà in grado di fornire i dati morfofunzionali del cuore dei pazienti in maniera ancora più attendibile. Un vantaggio non indifferente se si tiene presente la delicatezza dei malati che vengono ricoverati in Unità Coronarica.
Il reparto, dove operano 4 medici e 19 infermieri, è infatti una terapia intensiva dedicata ai pazienti con problemi cardiologici acuti. Ogni anno sono circa 700, la maggior parte dei quali, oltre 400, accedono all’Unità Coronarica per sindrome coronarica acuta, meglio nota come infarto. Ci sono poi i pazienti con scompenso cardiaco acuto, in media 150 ogni anno, mentre i restanti sono affetti da altri gravi disturbi quali embolie polmonari o aritmie cardiache minacciose.
“A differenza delle altre terapie intensive – spiega il dott. Alberto Limido, Responsabile dell’Unità Coronarica – da noi la maggior parte dei pazienti non è intubata, ma vigile e ha bisogno di relazionarsi con il personale, soprattutto quello infermieristico, che presta loro assistenza”.
Spesso è proprio da questo rapporto umano che si instaura tra il paziente e gli operatori a cui lui affida la propria vita che nascono belle storie di amicizia e riconoscenza, come quella del signor Franzosi, a cui va il grazie più grande da parte di tutta l’Azienda ospedaliera.
Varese, 8 novembre 2013