InCircolo
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Singolare femminile
Donne colpite da tumore al seno che attraverso la danza raccontano il vissuto con la malattia. Il gruppo denominato “C’est la vie qui danse” è nato da un progetto riabilitativo di danzaterapia della S.C. Oncologia dell’Ospedale di Circolo di Varese. Attualmente “C’est la vie qui danse” è sostenuto dalla Coopuf Iniziative Culturali di Varese. “Singolare Femminile” è stato presentato per la prima volta il 15 maggio 2016 nella Hall dell’Ospedale di Circolo di Varese. Le partecipanti del progetto “Cest la vie qui danse” non sono artiste professioniste, ma sono artiste nell’affrontare la malattia e l’arte prima di tutto è: creatività nel trasformare.
Prendersi cura di sé dopo una diagnosi di tumore vuol dire a volte entrare in un luogo sconosciuto fino a quel momento. Il cancro come un uragano scuote la parte più profonda di sé, al confine tra la vita e la morte. Paura, senso d’impotenza e di solitudine invadono le giornate con un dolore che spesso non si riesce a raccontare, che non è palpabile. Le parole a volte non bastano, ma la malattia ha qualcosa da dire a se stessi e agli altri. Attraverso la realizzazione di questo spettacolo, le protagoniste hanno affrontato e trasformato questo dolore con le parole del corpo. Hanno condiviso l’ascolto in uno spazio-tempo dove non c’è solo corpo o solo mente, ma un continuo dialogo tra queste due dimensioni che apre possibilità, risorse, intuizioni, sentimenti e capacità a volte sconosciute, per costruire un rapporto attivo con la propria storia di malattia. Si è creato un forte senso di appartenenza affettiva, di condivisione e il desiderio di ricerca verso quella dimensione artistica e creativa capace di verità.
Il percorso di danzaterapia è stato significativo per entrare nello “spazio del sentire corporeo” dove emozioni vecchie e nuove, belle e brutte circolano, prendono forma, prendono senso, si esprimono e si rivelano attraverso il gesto simbolico della danza. L’importanza di esprimere, di ricevere e di riconoscere le emozioni per un paziente oncologico è fondamentale per ri-abitare il corpo e per risentirsi di nuovo in stretto rapporto con la pulsione vitale perciò con il piacere dell’essere e di esistere.
“Singolare Femminile” si costruisce nel dispiegarsi di un processo creativo che coglie il significato simbolico dei gesti, del linguaggio corporeo e della danza. Parla di fatica, dolore acuto, voglia di scappare e di negare la malattia, ma anche di un ritrovato senso, che come un seme si schiude per divenire risorsa vitale. E’ la donna “ferita”, ma non solo…è la donna ombra, è quell’unicità che si nutre di intuizione e istinto, è il bagaglio pesante dei luoghi comuni, degli stereotipi vecchi e nuovi, ma soprattutto è quello che le donne sentono e scoprono nel difficile cammino verso la scoperta del proprio Sé.
Oltre alla danza lo spettacolo si avvale dell’apporto prezioso di due attrici e una voce narrante, che interpretano i racconti e le testimonianze delle donne.
La finalità del gruppo “C’est la vie qui danse” è di portare questo spettacolo negli ospedali dove altri pazienti possano sentire sollievo sia per il forte scambio empatico che si crea e sia per dare un esempio di come da un momento difficile della propria esistenza si possa vivere un’esperienza positiva. L’intento però è di presentare lo spettacolo oltre che negli ospedali anche in altri ambiti, culturali, sociali, scientifici poiché Singolare Femminile è esperienza di vita.
Le danzatrici: Daniela Belluzzo, Catia Corti, Monica Gianni, Euridice Padovani, Emanuela Talamona, Barbara Togni, Patrizia Vanini, Siviana Zanella.
Le attrici: Anna Maria Rizzato, Antonella Tranquilli - Voce narrante: Simonetta Boria.
Testi: Daniela Belluzzo, Ines Rita Domenichini.
Direzione artistica e coreografie: Ines Rita Domenichini.
Ines Rita Domenichini
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