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Comunicati stampa
Primo trapianto renale pre emptive a Varese
Esiste la possibilità per chi è affetto da insufficienza renale di evitare di entrare in dialisi, soluzione a cui sarebbe altrimenti destinato, sottoponendosi preventivamente ad un trapianto di rene, definito appunto pre-emptive, quando la malattia è a
Una soluzione che in Italia è ancora scarsamente applicata e che ha registrato uno dei primi casi proprio a Varese. L’intervento risale allo scorso 2 luglio e, superata la delicata fase del post intervento, si può affermare che tutto si è svolto nel migliore dei modi e che il trapianto ha avuto successo.
A ricevere il nuovo organo è stata una donna di 47 anni, affetta, appunto, da insufficienza renale. Nel giro di qualche mese sarebbe dovuta entrare in dialisi ma, avuta notizia dal nefrologo che l’ha in cura, il dott. Donato Donati, della possibilità di sottoporsi al trapianto pre-emptive, ha voluto approfondire l’argomento, trovando in sua madre una validissima alleata. Oltre alla disponibilità ad aiutare la figlia, la madre infatti, 68 anni portati benissimo e in piena salute, ha mostrato di avere tutti i requisiti per donare l’organo.
Superato anche l’iter burocratico che prevede l’autorizzazione del giudice alla donazione, l’espianto e il trapianto si sono potuti svolgere senza intoppi e le due donne sono già state dimesse dopo una degenza di 4 giorni per la madre e di 12 giorni per la figlia.
Il prelievo del rene è stato eseguito in laparoscopia dal prof. Luigi Boni, della Chirurgia Generale I, mentre il trapianto del rene è stato eseguito dal dott. Alberto Mario Marconi, direttore dell’Urologia, e dal prof. Patrizio Castelli, chirurgo vascolare, inserendosi nell’ambito del Centro Trapianti, il cui responsabile è il prof. Renzo Dionigi.
“Il trapianto renale pre-emptive – spiega il dott. Donati, dell’ Unità Operativa di Nefrologia – si rivolge in particolare a pazienti giovani che hanno la fortuna di trovare dei donatori viventi compatibili. Normalmente, chi è affetto da insufficienza renale, malattia degenerativa, deve affrontare una prima fase ‘conservativa’ seguendo una terapia medica che ne rallenta l’evoluzione, ed una fase successiva, detta ‘sostitutiva’, che coincide con la dialisi e che, dopo un periodo che in media è di 2/3 anni, per una buona percentuale di dializzati si conclude con il trapianto di rene da donatore cadavere. Il trapianto renale pre-emptive rappresenta invece una nuova frontiera, di sicuro vantaggio per i pazienti, risparmiando loro il calvario della dialisi, che indebolisce inevitabilmente l’organismo”.
“Sono molto soddisfatto di come si è svolta tutta la procedura – ha aggiunto Donati – Il trapianto renale pre-emptive è una possibilità che deve essere sostenuta maggiormente. Spesso accade che pazienti giovani, che avrebbero le stesse opportunità di questa donna, non le colgono perché il nefrologo non gli ha mai menzionato questa soluzione. Certo, non tutti hanno la fortuna di trovare un donatore disponibile e compatibile, ma quando questa condizione si presenta, è giusto poterla cogliere”.
Varese, 17 luglio 2008