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Comunicati stampa
La COCO BAND al Centro Diurno Luvino di Luino
Venerdì 22 febbraio si esibirà il frizzante duo vocale Coco Band (Costanza Sansoni e Oskar Boldre).
Appuntamento nell'aula polifunzionale presso Villa Maria di Luino
Venerdì 22 febbraio alle ore 10 e 30, nell’ Aula Polifunzionale del Centro Diurno Luvino (dall’antico nome di Luino) presso Villa Maria - Ospedale di Luino (Va), si esibirà la COCO BAND, spumeggiante duo vocale che, senza l’utilizzo di strumenti, solo con le loro voci, affronta un repertorio di canzoni italiane (da Celentano a Buscaglione) con un’interpretazione ironica e brillante.
Il duo Sansoni & Boldre ha colto l’occasione di prossime esibizioni nella nostra zona e nella vicina Svizzera per offrire, con simpatia, una anteprima dello stesso agli ospiti del Centro Diurno, ai loro familiari e alle persone interessate.
L’ingresso è aperto a tutti ed è gratuito.
La Còco Band nasce dal desiderio di Costanza Sansoni di cantare canzoni strettamente italiane che ripercorrano la sua storia musicale con molta ironia e brillante interpretazione! Sceglie quindi di farsi accompagnare da un’insolita ed essenziale artista: Oskar Boldre che, oltre a curare gli arrangiamenti, usa la voce come strumento imitando contrabbasso, bass tuba, tromboni e altro.diretto «La scelta di effettuare il concerto in una struttura psichiatrica - commenta il dr. Isidoro Cioffi, direttore della Psichiatria del Verbano - nasce dalla convinzione che mettendo in comune uno spazio fisico, il Centro Diurno Luvino, e uno spazio metaforico, quello della Cultura, patrimonio collettivo, è possibile ritrovare l’Uomo nella dignità della sua completa interezza restituendo ad esso, tra l’altro, le sue aree relazionalmente funzionanti, altrimenti negate dalla parcellizzazione istituzionale tra sano e ammalato».
«Così il Centro Diurno per pazienti psichiatrici – aggiunge il dr. Riccardo Bianco, psichiatra del Verbano - diventa luogo di cultura liberamente frequentato dal pubblico ‘esterno’ allontanando il pregiudizio nei confronti della cosiddetta follia e riconnettere i degenti al tessuto sociale e viceversa”.