Dipartimento Sociosanitario e delle Cronicità

Direttore provvisorio: Prof. Francesco Dentali

Lo spirito della riforma prevede per ASST la condivisione delle risorse produttive garantendo all’interno di un unico soggetto tutte le attività e i servizi della filiera erogativa, così da “superare la frammentazione e la distinzione dei percorsi di cura tra ospedale e territorio e tra sanitario e sociosanitario”. Al fine pertanto di superare l’articolazione per ambiti specialistici/discipline/specifiche competenze, l’Azienda intende orientarsi verso l’acquisizione di un modello organizzativo in grado di sviluppare una “visione per processi”, ovvero  un approccio organizzativo capace di implementare anche la gestione di “processi orizzontali di raccordo” che mettano insieme diversi settori, differenti discipline e diverse figure professionali, al fine di garantire la presa in carico del paziente lungo l’intero percorso diagnostico-terapeutico. Viene pertanto prevista la costituzione di un Dipartimento funzionale Sociosanitario e delle Cronicità, che si basa su una organizzazione che vede insieme SC e SSD aggregate sui processi di cura e ha come obiettivi, tra gli altri, il governo di processi orizzontali importanti (per spesa e complessità) tra ospedale e territorio e il miglioramento delle performance e di efficienza delle singole unità. Fanno parte del dipartimento tutte le Unità operative aziendali che hanno in cura pazienti cronici e fragili, nonché le strutture complesse di Area Territoriale.

E’ una struttura che si pone fra il process-owner e il dipartimento funzionale e ha il compito di:

  • effettuare l’analisi della domanda al fine di orientare l’offerta a specifici target di utenza e di identificare il modello organizzativo da adottare per la presa in carico di pazienti in condizione di cronicità e fragilità
  • assicurare una trasversale gestione dei processi studiando e operando modelli di integrazione delle risorse disponibili; al fine di garantire continuità e appropriatezza nell'accesso alla rete dei servizi e delle unità d’offerta deputate all'erogazione delle prestazioni”
  • monitorare il tipo e il volume delle prestazioni;
  • analizzare i processi e favorire il confronto con i responsabili d’unità d’offerta anche della Rete delle unità d’offerta extra-aziendali che comprendono tutte le altre realtà che operano sul territorio e che intervengono nel processo di cura (servizi domiciliari, semiresidenziali e residenziali, delle cure intermedie, hospice…);
  • Implementare, mediante i sistemi informativi la condivisione delle informazioni.

 Tra gli strumenti in uso, per gestire l’integrazione, si farà riferimento prevalentemente:

  • alla valutazione multidimensionale, quale strumento di conoscenza e diagnosi sulle diverse dimensioni della persona (clinica, funzionale, relazionale e sociale);
  • all’utilizzo del PAI (Piano di assistenza individuale),  per la pianificazione dell’intervento, il collegamento dei nodi della rete nonché come dispositivo di ingaggio e responsabilizzazione della persona;
  • al “Case manager”  quale punto di responsabilità del caso e sull’attuazione del PAI e di raccordo tra i nodi della rete.

Il dipartimento dovrà sviluppare ed implementare percorsi ospedalieri per la cronicità poiché, sebbene una grande parte della gestione delle malattie croniche sia svolta nell’ambito delle cure primarie, una crescente quota dell’assistenza della cronicità si concentra anche sulle strutture ospedaliere. L’ambito di intervento è identificabile nella presa in cura dei pazienti cronici ricoverati in modo appropriato, che si riacutizzano a causa di un’inefficace gestione territoriale, e dei pazienti cronici ricoverati e usciti dalla fase di riacutizzazione, che non possono essere dimessi per la mancanza di una presa in carico a minore intensità assistenziale e/o che non hanno possibilità di essere adeguatamente assistiti al proprio domicilio. In particolare, il riferimento è per gli anziani in situazione clinica complessa e di fragilità, che in particolari situazioni epidemiche o climatiche affollano i PS, o che necessitano di ripetuti ricoveri per situazioni cliniche complicate. Al fine di ridurre questo carico assistenziale tra i possibili ambiti di lavoro si evidenziano i seguenti interventi:

  • implementazione dei PDTA ospedalieri per pazienti cronici complessi ad alto rischio di ospedalizzazione;
  • implementazione  e realizzazione di percorsi intraospedalieri specificatamente dedicati al malato cronico;
  • avvio del malato all’ambito di cura più opportuno in funzione delle modalità di accesso e delle necessità assistenziali, attuando una modalità di presa in carico proattiva ed integrata al domicilio del paziente.

Per questi pazienti la struttura ospedaliera si farà carico non solo della presa in cura e dei percorsi di accompagnamento interni (ambulatorio, reparto, riabilitazione, sub-acute, ecc.), ma implementerà le sinergie extra-ospedaliere con gli ambiti territoriali per l’accompagnamento domiciliare del paziente.

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