S.S. Anticorruzione Trasparenza e Audit

Dirigente Responsabile: --

Responsabile Prevenzione della Corruzione e Responsabile Trasparenza

La figura del Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPC) è stata interessata in modo significativo dalle modifiche introdotte dal d.lgs. 97/2016,  difatti la L. 190/2012 prevedeva che in ciascuna amministrazione fosse nominato un Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPC) e un Responsabile della Trasparenza e dell’Integrità (RTI), la nuova disciplina ha unificato in capo ad un solo soggetto tali incarichi  e ne ha rafforzato il ruolo prevedendo che ad esso siano riconosciuti poteri e funzioni idonei a garantire lo svolgimento dell’incarico con autonomia ed effettività, eventualmente anche con modifiche organizzative.

Il decreto stabilisce che l’organo di indirizzo disponga eventuali modifiche organizzative necessarie per assicurare che al RPCT siano attribuiti funzioni e poteri idonei per lo svolgimento dell’incarico con piena autonomia ed effettività. Inoltre, il medesimo decreto, da un lato, attribuisce al RPCT il potere di indicare agli uffici dell’azienda competenti all’esercizio dell’azione disciplinare i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato correttamente le misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza. Dall’altro lato, stabilisce il dovere del RPCT di segnalare all’organo di indirizzo e al Nucleo di Valutazione delle Prestazioni (NVP) «le disfunzioni inerenti all’attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza».

I compiti prioritari, in capo al RPCT, secondo quanto previsto dalla L. n.190/2012, come modificata dal d.lgs. 97/2016, si sostanziano nel:

  • predisporre il Piano di prevenzione della corruzione, verificarne l'efficace attuazione e la sua idoneità; proporre le modifiche in caso di mutamenti dell'organizzazione e in caso di accertate violazioni;
  • verificare, ove possibile e d'intesa con il dirigente competente, l'effettiva rotazione degli incarichi nelle strutture/uffici a più elevato rischio di corruzione;
  • definire le procedure atte a selezionare e formare i dipendenti che operano nei settori particolarmente esposti a rischio di corruzione;
  • coordinare le azioni per la prevenzione della corruzione con il programma della trasparenza;
  • individuare il personale da inserire nei percorsi di formazione sui temi dell’etica e della legalità;
  • pubblicare nella sezione Amministrazione Trasparente la Relazione annuale sui risultati dell'attività.

Si evidenzia che il d.lgs. 97/2016, nel modificare il d.lgs. 33/2013 e la l. 190/2012, ha fornito ulteriori indicazioni sul contenuto del PTPC, viene prevista difatti la soppressione del riferimento esplicito al Programma triennale per la trasparenza e l’integrità, di conseguenza l’individuazione delle modalità di attuazione della trasparenza non è oggetto di un separato atto, ma è parte integrante del PTPC come “apposita sezione”. Quest’ultima deve contenere, dunque, le soluzioni organizzative idonee ad assicurare l’adempimento degli obblighi di pubblicazione di dati e informazioni previsti dalla normativa vigente. In essa devono anche essere chiaramente identificati i responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei dati, dei documenti e delle informazioni. Il d.lgs. n. 39/2013 “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell'articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190”, e le recenti Linee Guida dell’ANAC (Delibera n. 833/2016) definiscono che il RPC ha il compito di:

  • curare, anche attraverso le disposizioni del PTPC, che nell’ASST siano rispettate le disposizioni in punto di inconferibilità ed incompatibilità degli incarichi.
  • contestare all'interessato l'esistenza o l'insorgere delle situazioni di inconferibilità o incompatibilità come declinate dal d.lgs. n. 39/2013 stesso;
  • adempiere inoltre agli oneri informativi e di denuncia previsti dall’art. 15 d.lgs. 39/2013.

Secondo quanto previsto dall’art. 15 del D.P.R. n. 62 del 16 aprile 2013 il RPCT cura:

  • la diffusione della conoscenza del Codice di comportamento aziendale;
  • il monitoraggio annuale sulla loro attuazione, ai sensi dell’art. 54, co. 7 del d.lgs. n. 165/2001;
  • la pubblicazione sul sito istituzionale del Codice di comportamento aziendale e della comunicazione all’ANAC, di cui all’articolo 1, comma 2, della L. n.190/2012, dei risultati del monitoraggio. 

INTERNAL AUDIT

L’internal Auditing è una funzione di controllo indipendente preposta alla verifica dell’adeguatezza dei sistemi di controllo aziendali. Svolge un controllo di terzo livello presidiando i controlli di secondo livello svolti dalle altre funzioni aziendali e quelli di primo livello attuati dai dirigenti responsabili dei processi aziendali. Il suo scopo è di supportare l’organizzazione nel perseguire i propri obiettivi tramite un approccio sistematico volto a identificare, monitorare e migliorare il sistema di gestione dei rischi. Il responsabile della funzione di Internal Auditing individua, per ciascun audit, i componenti del Gruppo le cui competenze professionali sono maggiormente attinenti al processo oggetto di audit, costituendo il Gruppo di audit. Vengono inoltre individuati di obiettivi di periodo che costituiscono il Piano di Internal Auditing che dettaglia anche i soggetti coinvolti, i processi oggetto di indagine ed il relativo crono programma. L’internal audit è stato istituito in azienda con deliberazione n.1055 del 15.12.2015 a cui si rinvia per gli aspetti di dettaglio.

 

COME RAGGIUNGERCI

DOVE TROVARCI: Siamo al secondo piano del Padiglione 13

COME CONTATTARCI:
Telefono 0332 - 278046/050 – 0332 - 393227
e-mail: responsabile.anticorruzione@asst-settelaghi.it

Ultimo aggiornamento: $dateUtil.getDate($articleDisplayDate, "dd/MM/yyyy", $locale)