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Comunicati stampa
Spider, un software che fa rete e salva la vita ai pazienti dializzati
Un’invenzione varesina nata dalla sinergia Ospedale - Università
e realizzata grazie al contributo di Fo.Co.Va.
Il 20 % delle persone che si sottopongono a dialisi presenta quello che in gergo medico si definisce ‘accesso vascolare complesso’. La difficoltà sta nel collegare, a livello vascolare, il paziente con la macchina che esegue la dialisi. Normalmente tale ‘collegamento’ avviene mediante un accesso vascolare a livello del braccio, che però, soprattutto dopo tanti anni di terapia, può non essere più adeguato e richiedere soluzioni sempre più delicate. I vasi sanguigni infatti risentono a lungo andare delle procedure invasive che la dialisi comporta e tendono con facilità a chiudersi impedendo al paziente di poter eseguire un trattamento vitale come l’emodialisi.
Il problema viene affrontato mediante l’intervento del chirurgo vascolare che posiziona nel braccio del paziente una protesi che mette in collegamento un’arteria con una vena e che viene utilizzata come accesso per le procedure dialitiche. In questo modo e’ possibile utilizzare vasi profondi e prossimali dell’arto superiore e la cannulazione avviene lungo la protesi.
C’è però un inconveniente: queste protesi nel tempo sono soggette a complicanze, quali stenosi e, più gravi, trombosi, che impediscono al paziente di sottoporsi a dialisi e, di conseguenza, lo porterebbero a morte. E’ necessario quindi tenere sotto controllo lo stato di queste protesi, affinché si possa intervenire rapidamente alla prima avvisaglia di criticità ripulendole e rendendole nuovamente idonee allo scopo. Un’operazione anche questa compiuta dal chirurgo vascolare e dal radiologo interventista che non può essere rimandata, pena la perdita dell’accesso e ulteriori complicanze per il paziente che sarebbe costretto a ripetere un nuovo intervento..
Per permettere quindi di affrontare al meglio l’insorgere di queste possibili complicanze e garantire così la possibilità ai pazienti di continuare la loro terapia salvavita ecco un’invenzione tutta varesina, scaturita dallo stretto e fertile rapporto tra Ospedale e Università dell’Insubria che ben si è consolidato all’interno della struttura ospedaliera di Chirurgia vascolare e che ha trovato nella Fondazione Comunitaria del Varesotto un partner decisivo.
La risposta alla necessità di monitorare con costanza ed attenzione lo stato delle protesi è un software dedicato, battezzato Spider, che crea una fitta rete di collegamenti informativi tra le sedi in cui i pazienti si sottopongono a Dialisi, i reparti di Nefrologia e la Chirurgia vascolare dell’Ospedale di Circolo, dove si eseguono gli interventi di impianto e pulitura delle protesi stesse.
Grazie a Spider, in maniera semplice e veloce i dati relativi alle condizioni cliniche dei pazienti, inseriti dal personale che pratica la dialisi, vengono aggiornati costantemente e vengono condivisi con gli specialisti nefrologi e soprattutto con i chirurghi vascolari. Dalla rielaborazione di questi dati, alla prima avvisaglia di complicanza, il programma segnala al chirurgo la necessità di procedere, evitando non solo che la situazioni si aggravi, ma offrendo anche la possibilità di programmare l’intervento al meglio, con la tempistica adeguata, senza che il paziente rischi di sospendere la successiva e irrinunciabile seduta dialitica.
Spider insomma intesse una grande ragnatela informativa che collega in maniera automatica e continua le Dialisi e le Nefrologie di Varese, del Verbano, di Gallarate, di Como e di Desio con la Chirurgia vascolare del Circolo, offrendo uno strumento di coordinamento preziosissimo per i pazienti e per gli ospedali.
Varese, 14 aprile 2015