Un'artista speciale dona all'ASST dei Sette Laghi una propria opera
Un'artista speciale dona all'ASST dei Sette Laghi una propria opera
11 febbraio 2020
inCircolo
L’opera donata all’ASST Sette Laghi e ora esposta nello studio del Direttore Socio Sanitario Dott. Ivan Alessandro Mazzoleni è stata prodotta da Laura Brancaleoni, ospite della Comunità Riabilitativa di Luino.
La bella opera di ragguardevoli dimensioni, circa 3 metri per 2, è stata realizzata da Laura impiegando la tecnica dell’acrilico su tela seguendo i dettami di un suo particolare linguaggio ricco di campiture cromatiche, segni articolati nello spazio a scandirne la superficie in una ricercata personale simbologia intessuta da una fitta trama di rimandi alla memoria del proprio vissuto narrato rielaborando avvenimenti e ricordi con serena compostezza.
Il maestro Domenico D’Oora (le cui opere sono presenti in numerose collezioni all’estero e in Italia) conduce con competenza e sensibilità insieme alle educatrici Alessandra Rossi e Veronica Daverio il “Laboratorio di Pittura Materiangelica”, che dal 1998 ritma il primo pomeriggio di ogni lunedì della Comunità.
“il superamento della stigmatizzazione del sofferente psichico non passa di certo solo attraverso un approccio farmacologico ma anche psicoterapico e riabilitativo - commenta Isidoro Cioffi, Direttore della Psichiatria del Verbano e del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze - e sempre avendo presente come il confine che separa normalità e follia è contorto e misterioso, mai rigoroso e definitivo. Diventa concreto e tangibile nei servizi psichiatrici ospedalieri, dove necessariamente si trasforma nel muro, nella porta chiusa che divide il dentro dal fuori, il luogo dei pazzi da “quello dei normali. Nel laboratorio di arte terapia viene sollecitato il sofferente psichico a mettere in campo le proprie potenzialità artistiche e creative che gli permetteranno di ridefinire il proprio ruolo e le proprie premesse. Le opere possono divenire trait-d’union tra il mondo della normalità e quello del disturbo psichico, dando l’opportunità di godersi le doti artistiche di ogni autore e, perché no, magari lasciandosi incantare da qualche opera”
“Come l’esperienza sul campo ha dimostrato da tempo – precisa Michele Zara, Coordinatore delle Comunità e del Centro Diurno di Luino - nell’affezione mentale, la pittura, soprattutto quella realizzata in atelier protetti, è una porta del vedere che si affaccia sul vissuto anche quando le altre porte della riabilitazione sembrano sbarrate, una pratica che restituisce alla follia la sua dignità di espressione culturale. Il gruppo di arteterapia favorisce attraverso la manipolazione di materiali l'espressione di emozioni spesso consentendo di aggirare il contatto verbale temuto dallo sofferente psichico.”
“Le opere create dai pazienti – afferma Domenico D’Oora - non chiedono di essere arte, ma implicano una comunicazione mediante un linguaggio creato dall’autore in modo completamente autorefenziale, estremamente individualizzato, e risultano pertanto del tutto ignare degli innovativi, nonché immediatamente normativi, procedimenti delle mode artistiche: quantunque ingenue, e a volte percorse da echi e contaminazioni, queste opere sono pure”.