L’adolescente consumatore di sostanze: il difficile 'mestiere' dei genitori

L’adolescente consumatore di sostanze: il difficile 'mestiere' dei genitori

25 giugno 2019

Comunicato stampa

inCircolo

L’adolescente consumatore di sostanze: il difficile 'mestiere' dei genitori

In occasione della Giornata Internazione contro l’abuso e il traffico illecito di stupefacenti, che cade il 26 giugno, si ricorda che il Servizio di Prevenzione e Cura delle Dipendenze (Ser.D.) della ASST Sette Laghi ha attivato il Centro Dipendenze Giovanili (Con-t@tto, https://www.asst-settelaghi.it/giovani-e-rischio) dedicata ai minori e ai giovani sino ai 21 anni per gestire al meglio le situazioni di sperimentazione, uso e abuso di Cannabinoidi.

Con-t@tto è un luogo dove il giovane e la sua famiglia possono ricevere informazioni, avviare una diagnosi precoce ed essere destinatari di interventi psicologici, educativi, sociali e sanitari effettuati da operatori specialisti. Al Centro possono rivolgersi anche operatori e Servizi della rete territoriali coinvolti in situazioni riguardanti persone in età inferiore ai 21 anni.

La cannabis si conferma la sostanza psicoattiva illegale più diffusa – afferma Claudio Tosetto, Responsabile del Servizio Dipendenze (SerD) dell’ASST Sette Laghi, afferente al Dipartimento di salute mentale guidato dal Dott. Isidoro Cioffi -  Quasi un terzo dei 15-19enni, l’ha utilizzata almeno una volta nella vita”

Gli operatori del SerD, grazie alla loro professionalità ed esperienza, hanno cercato di sintetizzare la situazione relativa all’abuso di cannabinoidi nel nostro territorio, analizzando le dinamiche che lo favoriscono e gli atteggiamenti che possono contrastarlo.

“Al di là dei numeri e dei meri aspetti sanitari – continua Tosetto – cioè che i cannabinoidi in sé siano nocivi all’organismo umano, soprattutto se in crescita come quello degli adolescenti, un dato assodato da tutta la letteratura scientifica, la discussione attorno alla liceità o meno dell’uso di cannabinoidi va inserito secondo noi in una più ampia riflessione di tipo educativo.

Si è passati da una famiglia con  regole, normativa, ad una  famiglia  promotrice delle capacità individuali dei figli, del lasciar fare, del dare sempre ragione. Questa crescita così tutelata aumenta il rischio di aspettative ed idealizzazioni rispetto al sé molto elevate che in adolescenza diventano problematiche soprattutto in una società come la nostra sempre più competitiva.

Questo atteggiamento educativo della famiglia si modifica notevolmente in adolescenza e, di fronte ai cambiamenti dei figli, alle loro incertezze, alle loro difficoltà gli adulti tornano a modelli educativi del passato, arretrano di fronte alle difficoltà della relazione e tornano a paradigmi  rigidi  del  passato.   Gli  adolescenti   rimangono   spiazzati   da   questo   tipo   di atteggiamento ed ancora più confusi nel loro percorso evolutivo.

La scienza ci ha anche spiegato che ci sono basi neurologiche che portano gli adolescenti a funzionare in un certo modo. Possiamo essere censori e autoritari, ma la loro corteccia prefrontale non è ancora completamente sviluppata e questo li porta a compiere azioni che nel migliore dei casi sono inadeguate, nel peggiore pericolose. L’uso di sostanze spesso si colloca per l’adolescente all’interno di un bisogno specifico di sperimentazione, di tentativi di autonomia, di una specifica esigenza evolutiva. In particolare, con l’adolescente che sperimenta l’uso di cannabis, è necessario che i genitori si facciano carico di una riflessione che non porti alla mera delega ai Servizi specialistici.

I Servizi sicuramente possono aiutare in merito ad alcuni aspetti ma non potranno mai sostituire la significativa narrazione educativa che esiste in quel nucleo familiare.

E’ importante quindi  che i genitori conoscano la cannabis e i suoi effetti (consultando siti web scientifici, rivolgendosi per una consulenza presso i Servizi di Prevenzione e Cura delle Dipendenze). Di fondamentale importanza è osservare il comportamento del proprio figlio. Ci sono stati cambiamenti nello stile di vita? (rendimento scolastico, frequentazione di uno sport, cambi di umore ecc). Questo per capire se l’uso di cannabis è la risposta ad un grave disagio oppure è una fase di passaggio, un uso sporadico per adeguarsi al gruppo dei coetanei,un modo di esprimersi. In caso di uso sporadico è fondamentale prestare attenzione senza demonizzare la situazione, aprendo una comunicazione col proprio figlio finalizzata alla comprensione, ma anche alla definizione di regole e paletti, consultandosi   se necessario con esperti. Nel caso invece in cui l’uso è costante, è fondamentale chiedere aiuto agli specialisti per intervenire e curare.

Altrettanto importante è parlare e anche parlarne, affrontare l’argomento con il proprio figlio.

La cannabis è dannosa, va dichiarato e non bisogna lasciare spazio all’ambivalenza!

Focalizzarsi però soltanto sulla dannosità dell’uso di  cannabis rischia di creare chiusure ed incomprensioni.

E’ quindi importante  lasciare spazio al malessere evidente che si osserva (tristezza, rabbia,   chiusura   relazionale,   inadeguatezza)   ed   alla   possibilità   di   trovare   strade   da percorrere insieme. Occorre evitare di mettere in discussione il figlio come persona. Il suo è un comportamento sbagliato, lui non è sbagliato ed insieme si potrebbe capire qual è l’atteggiamento giusto e corrispondente ai suoi bisogni. Questo permette di mantenere una relazione che diventa la vera risorsa in un percorso di cura. Un figlio che manifesta un comportamento di uso di sostanze sta chiedendo qualcosa. Proviamo a capire che cosa chiede e mettiamoci in discussione (evitando il meccanismo del senso di colpa che non aiuta nessuno).  

Gli adolescenti hanno bisogno di vedere chiarezza e coerenza negli adulti che sono al loro fianco. E anche di vedere che di fronte alle difficoltà ci sono strade da seguire, strategie di buona vita, di vita sana.”

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Ultimo aggiornamento: 10/09/2019