Attivita diagnostica
Diagnostica
L'imaging diagnostico medico-nucleare si basa sulla somministrazione al paziente di isotopi radioattivi, in forma di molecole radiomarcate (radiofarmaci). L'utilizzo di differenti radiofarmaci permette lo studio della fisiopatologia dei vari organi e apparati, spesso in associazione con la possibilità di una valutazione, quantitativa o semiquantitativa, dei fenomeni esaminati attraverso l'elaborazione matematica dei dati rilevati (generazione di indici numerici e di curve attività/tempo).
Il radioisotopo più utilizzato in Medicina Nucleare tradizionale è il tecnezio-99m (99mTc), caratterizzato da un'emissione gamma monocromatica a bassa energia (140 keV), ideale per la rilevazione esterna, e da una breve emivita (6 ore) che rende minima l'irradiazione del paziente. Con esso viene radiomarcata una miriade di molecole, ciascuna delle quali è caratterizzata da un tropismo particolare per un determinato tessuto o funzione di un organo o apparato o di una funzione metabolica cellulare. Gli altri principali radioisotopi gamma-emittenti utilizzati nella Medicina Nucleare sono lo iodio-123, lo iodio-131, l'indio-111 e il gallio-67. Con i radiofarmaci gamma emittenti si eseguono le scintigrafie planari, segmentarie o total body, e le tomoscintigrafie (SPET). Essi si utilizzano per lo studio di tutti gli apparati del nostro organismo e, quindi, nell'ambito delle patologie neurologiche e neurovascolari, cardiovascolari ed ematologiche, gastro-entero-pancreatiche, endocrinologiche, nefro-urologiche e del sistema muscolo scheletrico.
L'impiego di nuclidi emittenti positroni, ossia particelle di massa uguale all'elettrone ma cariche positivamente (beta+), è, invece, proprio della tomografia a emissione di positroni (PET), metodica che ha assunto negli ultimi anni un ruolo sempre maggiore nei percorsi diagnostico terapeutici soprattutto in ambito oncologico, ma anche cardiologico e neurologico.
Le tecniche di imaging hanno nettamente aumentato, negli ultimi anni, la loro qualità tecnologica, mantenendo, comunque, le prerogative di non invasività, di bassa irradiazione e di assenza di reazioni allergiche ed effetti tossici diretti, che da sempre contraddistinguono le indagini medico-nucleari, consentendo di integrare l'analisi morfologica con informazioni funzionali quali il flusso ematico distrettuale, la capacità emuntoria e secretiva di un organo o apparato, l'attività metabolica cellulare e l'analisi della densità recettoriale.