home page ricerca sviluppo
NEWS RICERCA E SVILUPPO
NEWS RICERCA E SVILUPPO
29/11/2022
29/11/2022
Donazione dopo arresto cardiaco 'uncontrolled': primo caso a Varese.
Severgnini e De Min: "Procedura rara e complessa, ma necessaria, che esprime quanto siano preziosi gli organi donati".
Che gli organi siano preziosi, è noto.
Ma per capire quanto lo siano davvero, storie come questa possono aiutare.
La donazione di due reni equivale infatti a restituire la vita ad altrettante persone: ecco perché un Ospedale ha il dovere morale, in presenza delle competenze e delle tecnologie necessarie, di dotarsi dell'organizzazione, per quanto complessa e gravosa, per garantire la possibilità di donare gli organi ogni qual volta ci siano le condizioni e la volontà del paziente o dei suoi famigliari.
L'ASST Sette Laghi ne è convinta, ancor più considerato il suo ruolo di centro di alta specializzazione e di sede hub per tutte le reti dedicate alle patologie tempo-dipendenti.
Lo dimostra il prelievo avvenuto pochi giorni fa all'Ospedale di Circolo, frutto di una procedura molto complessa, che richiede una formazione specifica e che tecnicamente si chiama DCD uncontrolled, ovvero donazione per morte cardiaca non controllata.
Il prelievo è stato fatto su un paziente di media età, colpito da arresto cardiaco a domicilio. Nonostante la chiamata al 118 e i tentativi di rianimazione, avviati in tempi rapidi e protrattisi con il supporto del massaggiatore cardiaco meccanico fino all'arrivo in Ospedale, il cuore non ha ripreso a pompare sangue.
In Pronto Soccorso il paziente è stato collegato all'ECMO, una macchina sofisticata che consente la circolazione extracorporea e l'ossigenazione dell'organismo, compensando l'incapacità del cuore di farlo. Il paziente è stato quindi sottoposto ad accertamenti importanti, dalla TAC alla coronarografia, finalizzati ad individuare anche la minima possibilità di ripresa della funzionalità cardiaca. L'esito di questi esami è stato purtroppo negativo per la sopravvivenza del paziente, confermando però al contempo l'idoneità alla donazione.
La famiglia ha espresso la volontà di donare e la complessa macchina organizzativa ha proseguito il suo lavoro.
A raccontarla è il Prof. Paolo Severgnini, Direttore della Terapia Intensiva Cardiochirurgica e uno degli autori del protocollo locale definito nel 2020 da ASST Sette Laghi per l'attuazione della procedura Donation after Cardiac Death: "Una volta appurata l'insussistenza di ogni possibilità di salvare il paziente, si procede a staccare l'ECMO e a far partire i venti minuti di elettrocardiogramma isoelettrico, per constatare ufficialmente il decesso. Trascorsi i venti minuti previsti per legge, si procede tempestivamente a riattivare l'ECMO solo per la parte addominale, per tornare cioè a perfondere gli organi dell'addome che potrebbero essere donati. E' necessario protrarre la perfusione per alcune ore, prima di poter procedere al prelievo degli organi destinati al trapianto. Nel caso in questione, dopo circa tre ore, si è ritenuto di poter procedere al prelievo dei reni, che sono poi stati trasportati nella sede di destinazione per restituire nuova vita a due persone, grazie allo straordinario gioco di squadra iniziato con i soccorritori di AREU, proseguito con il personale del Pronto Soccorso, poi della Radiologia e dell'Emodinamica, fino a quello della Sala Operatoria, con anestesisti, perfusionisti, cardiochirurghi, infermieri..."
"La donazione a cuore fermo è una delle ultime frontiere della donazione di organi - ha spiegato la Dott.ssa Federica de Min, Coordinatrice aziendale dell'attività di donazione e prelievo di organi - Ad essere più precisi, la possibilità di procedere alla donazione degli organi in pazienti deceduti dopo arresto cardiaco esiste da alcuni anni, ma una differenza sostanziale la fa il luogo in cui si trova il paziente: un conto è la procedura cosiddetta 'controlled', che riguarda i pazienti che vanno in arresto cardiaco in terapia intensiva, e quindi in un contesto 'controllato' fin dalla genesi, un conto è la procedura 'uncontrolled', ovvero quella del caso in questione, in cui l'arresto avviene a domicilio o comunque fuori dall'Ospedale. Mentre di procedure DCD a Varese ne abbiamo fatte una decina dal 2017, questo è il primo caso di DCD uncontrolled a Varese. Una procedura che richiede grande coordinamento e capacità, oltre che un intervento tempestivo. Fondamentale, ad esempio, è calcolare con precisione l'ora dell'arresto cardiaco e che il paziente arrivi in Ospedale meno di un'ora dopo l'evento".
"La complessità di questa procedura - sottolinea Severgnini - è dimostrata dal fatto che sono pochissimi gli Ospedali lombardi in grado di eseguirla. Ma vale la pena approntarla, formare il personale, tentare ogni volta che ve ne è la possibilità: è un altro modo per far capire quanto gli organi donati siano preziosi per curare pazienti in attesa di trapianto e quanto sia importante rispettare una volontà espressa in vita".

NEWS RICERCA E SVILUPPO
15/12/2022
15/12/2022
La Medicina interna dell'Ospedale di Circolo accreditata come Scuola avanzata di Eco-Color Doppler dalla Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia
La Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia ha riconosciuto l'Ospedale di Circolo, ed in particolare la struttura di Medicina interna, diretta dal Prof. Francesco Dentali, come sede della Scuola avanzata SIUMB di Eco-Color Doppler.
A coordinare il progetto, il Dottor Igor Giarretta che, coadiuvato dalle dottoresse Daniela Mastroiacovo, Alessandra Mazziotti, Eleonora Nicolini, Sara Speroni, dal dottor Nicolò Tandurella e con il prezioso supporto del Dottor Guido Bonoldi (referente regionale SIUMB), costituirà il “corpo docente” del percorso formativo.
ASST Sette Laghi, ha ottenuto questo prestigioso riconoscimento in virtù della intensa attività ecografica normalmente erogata dall’Unità di Medicina Interna e delle riconosciute competenze dei suoi specialisti in ecografia vascolare.
La SIUMB (Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia – www.siumb.it), fondata nel 1982 a Bologna, è una società multidisciplinare comprendente varie figure di specialisti, quali internisti, radiologi, chirurghi, gastroenterologi, infettivologi, e medici di base, che stimola e sviluppa studi sull’applicazione degli ultrasuoni nell’ambito della Medicina e della Biologia.
Le scuole SIUMB hanno come finalità l’apprendimento e l’approfondimento teorico e pratico dell’ecografia clinica per il conseguimento delle competenze necessarie alla corretta esecuzione dell’esame ecografico, secondo le attuali linee guida delle Società scientifiche nazionali ed internazionali.
Nel dettaglio, la Scuola di Ecografia SIUMB dell’ASST-Sette-Laghi prevede una formazione specialistica avanzata nelle metodiche di Eco Color Doppler vascolare periferico e del distretto addominale. Il percorso formativo permette di acquisire non solo conoscenze sull’utilizzo degli ultrasuoni nell’ambito delle diverse applicazioni cliniche, ma anche di apprendere la metodologia di esecuzione delle prestazioni eseguendo, in ambito di tutoraggio, indagini ecografiche su pazienti sotto la guida e supervisione di Docenti esperti.
I Corsi si svolgono negli Ambulatori di Angiologia e di Medicina Interna e sono rivolti a tutti i laureati della Facoltà di Medicina e Chirurgia che intendano approfondire le proprie conoscenze ecografiche ed acquisire competenze specialistiche in ambito Vascolare.
Ulteriori informazioni riguardanti le modalità di iscrizione e di frequenza potranno essere ottenute contattando la Segreteria della Scuola all’indirizzo e-mail: ecografia.internistica@asst-settelaghi.it.

NEWS RICERCA E SVILUPPO
21/09/2022
21/09/2022
L'ASST Settelaghi al convegno sul futuro della ricerca Clinica in Italia organizzato da FADOI e Istituto Superiore di Sanità
Ieri si è svolto un importante convegno sul futuro della ricerca Clinica in Italia organizzato da FADOI (federazione delle associazioni dirigenti ospedalieri internisti) e Istituto Superiore di Sanità.
Alla presenza di rappresentanti dei principali stakeholder nel campo della sanità come il Ministero della Salute , AIFA, FIASO e Farmindustria in una giornata di lavoro sono state elaborate delle proposte pratiche per un manifesto della ricerca clinica in Italia.
L’ASST Settelaghi ha avuto un ruolo da protagonista in questa importante giornata grazie alla presenza del Prof Dentali Francesco, Direttore del Dipartimento Emergenze ad alta specialità e Medical center e Presidente Eletto FADOI.

NEWS RICERCA E SVILUPPO
30/06/2022
30/06/2022
Trentamila euro, raccolti da privati cittadini, per finanziare un data manager per l'Urologia varesina

NEWS RICERCA E SVILUPPO
28/06/2022
28/06/2022
Due ematologi varesini primi autori su riviste scientifiche internazionali dall’impact factor altissimo.
Si chiamano Marco Salvini e Michele Merli i due ematologi varesini il cui nome compare quale quello del primo autore in due articoli scientifici pubblicati su riviste dall’altissimo impact factor: si tratta dell’American Journal of Hematology e del Journal of Clinical Oncology.
Pubblicare su queste riviste è una di quelle evenienze che capitano una o due volte nella carriera di un professionista, evenienza ancora più rara se l’autore è un medico ospedaliero, che non ha quindi la ricerca come attività core.
Ma il Dott. Marco Salvini e il Dott. Michele Merli ce l’hanno fatta, a dimostrazione di quanto l’ematologia varesina, diretta dal Prof. Francesco Passamonti, sia un reparto proteso in avanti, pronto a recepire le novità offerte dallo studio e dalla ricerca e contribuire attivamente al progresso delle conoscenze.
Il primo articolo, a firma del Dott. Marco Salvini, riferisce di uno studio sulla risposta immunitaria alla vaccinazione anti Covid-19 in 365 pazienti con neoplasie ematologiche, cioè leucemie, linfomi e mieloma: una popolazione di pazienti fragili.
“Lo studio, che abbiamo condotto in Ematologia, si è svolto in collaborazione con il Prof. Paolo Grossi, Direttore delle Malattie Infettive, - spiega il Dott. Salvini – e con il Laboratorio di Microbiologia, il Dipartimento di Biotecnologie dell'Università dell'Insubria e l'IRCCS MultiMedica. Dallo studio è emerso un dato molto importate e cioè che l'80% dei pazienti riesce a produrre anticorpi dopo la vaccinazione e le dosi booster consentono di generare una risposta immunitaria in circa un terzo dei pazienti che non hanno risposto al primo ciclo vaccinale. Da un punto di vista clinico, è stato dimostrato che la vaccinazione riduce la durata, la severità e la mortalità del Covid-19 nei pazienti con neoplasia ematologica sottoposti a vaccinazione”.
“Fin dall’inizio della pandemia, - ha aggiunto il Prof. Passamonti, orgoglioso del prestigioso risultato raggiunto dai suoi due collaboratori - l’Ematologia, in collaborazione con i colleghi dell’ASST Sette Laghi, ha lavorato per prevenire il Covid-19, curarlo al meglio e poter continuare le cure dei pazienti ematologici”.
Il secondo articolo, pubblicato a primo nome dal dottor Michele Merli sul Journal of Clinical Oncology (JCO), la più importante rivista di Oncologia a livello internazionale, riporta i risultati dello studio prospettico BArT della Fondazione Italiana Linfomi (FIL), coordinato insieme al professor Luca Arcaini dell’Università di Pavia.
“Lo studio – spiega il Dott. Merli - ha incluso 40 pazienti affetti da linfomi non-Hodgkin indolente e infezione attiva da virus dell’epatite C (HCV), arruolati in 13 Centri italiani, tra cui l’Ospedale di Circolo di Varese, dove sono stati gestiti in collaborazione con il reparto di Malattie Infettive del professor Paolo Grossi. I pazienti sono stati trattati esclusivamente con terapia antivirale con i nuovi farmaci ad azione antivirale diretta (DAA) contro il virus HCV: come atteso, l’infezione virale è stata definitivamente eradicata nella totalità dei pazienti, senza effetti avversi significativi. Tuttavia l’aspetto più rilevante dello studio è stata la dimostrazione che il 45% dei pazienti, in seguito all’eradicazione del virus, ottiene anche una risposta a livello del linfoma, nel 20% dei casi in maniera completa, e che queste risposte si mantengono a lungo nel tempo: nel 90% dei casi per oltre 3 anni. Nel complesso, lo studio ha dimostrato per la prima volta in modo prospettico l’importanza di eradicare tempestivamente con i nuovi farmaci antivirali il virus HCV nei pazienti con linfoma indolente HCV-positivi, dal momento che il linfoma può andare incontro a regressione una volta eliminata l’infezione virale”.
“Due medici ospedalieri della nostra Ematologia firmano da primi autori articoli su riviste dall’impact factor altissimo, 10,047 per l’American Journal of Hematology e 44,54 per il Journal of Clinical Oncology! – ha tenuto a commentare il Direttore Sanitario di ASST Sette Laghi, Lorenzo Maffioli – Sono risultati che non si improvvisano e che richiedono un impegno costante e grandissime competenze. Congratulazioni ai due autori e complimenti al Prof. Passamonti, capace di coltivare i talenti dei suoi collaboratori per creare una squadra che è davvero un’ eccellenza!”.

NEWS RICERCA E SVILUPPO
20/06/2022
20/06/2022
La Chirurgia vascolare varesina invitata al LINC, uno dei più importanti congressi al mondo di chirurgia endovascolare.
NEWS RICERCA E SVILUPPO
29/11/2022
29/11/2022
Donazione dopo arresto cardiaco 'uncontrolled': primo caso a Varese.
Severgnini e De Min: "Procedura rara e complessa, ma necessaria, che esprime quanto siano preziosi gli organi donati".
Che gli organi siano preziosi, è noto.
Ma per capire quanto lo siano davvero, storie come questa possono aiutare.
La donazione di due reni equivale infatti a restituire la vita ad altrettante persone: ecco perché un Ospedale ha il dovere morale, in presenza delle competenze e delle tecnologie necessarie, di dotarsi dell'organizzazione, per quanto complessa e gravosa, per garantire la possibilità di donare gli organi ogni qual volta ci siano le condizioni e la volontà del paziente o dei suoi famigliari.
L'ASST Sette Laghi ne è convinta, ancor più considerato il suo ruolo di centro di alta specializzazione e di sede hub per tutte le reti dedicate alle patologie tempo-dipendenti.
Lo dimostra il prelievo avvenuto pochi giorni fa all'Ospedale di Circolo, frutto di una procedura molto complessa, che richiede una formazione specifica e che tecnicamente si chiama DCD uncontrolled, ovvero donazione per morte cardiaca non controllata.
Il prelievo è stato fatto su un paziente di media età, colpito da arresto cardiaco a domicilio. Nonostante la chiamata al 118 e i tentativi di rianimazione, avviati in tempi rapidi e protrattisi con il supporto del massaggiatore cardiaco meccanico fino all'arrivo in Ospedale, il cuore non ha ripreso a pompare sangue.
In Pronto Soccorso il paziente è stato collegato all'ECMO, una macchina sofisticata che consente la circolazione extracorporea e l'ossigenazione dell'organismo, compensando l'incapacità del cuore di farlo. Il paziente è stato quindi sottoposto ad accertamenti importanti, dalla TAC alla coronarografia, finalizzati ad individuare anche la minima possibilità di ripresa della funzionalità cardiaca. L'esito di questi esami è stato purtroppo negativo per la sopravvivenza del paziente, confermando però al contempo l'idoneità alla donazione.
La famiglia ha espresso la volontà di donare e la complessa macchina organizzativa ha proseguito il suo lavoro.
A raccontarla è il Prof. Paolo Severgnini, Direttore della Terapia Intensiva Cardiochirurgica e uno degli autori del protocollo locale definito nel 2020 da ASST Sette Laghi per l'attuazione della procedura Donation after Cardiac Death: "Una volta appurata l'insussistenza di ogni possibilità di salvare il paziente, si procede a staccare l'ECMO e a far partire i venti minuti di elettrocardiogramma isoelettrico, per constatare ufficialmente il decesso. Trascorsi i venti minuti previsti per legge, si procede tempestivamente a riattivare l'ECMO solo per la parte addominale, per tornare cioè a perfondere gli organi dell'addome che potrebbero essere donati. E' necessario protrarre la perfusione per alcune ore, prima di poter procedere al prelievo degli organi destinati al trapianto. Nel caso in questione, dopo circa tre ore, si è ritenuto di poter procedere al prelievo dei reni, che sono poi stati trasportati nella sede di destinazione per restituire nuova vita a due persone, grazie allo straordinario gioco di squadra iniziato con i soccorritori di AREU, proseguito con il personale del Pronto Soccorso, poi della Radiologia e dell'Emodinamica, fino a quello della Sala Operatoria, con anestesisti, perfusionisti, cardiochirurghi, infermieri..."
"La donazione a cuore fermo è una delle ultime frontiere della donazione di organi - ha spiegato la Dott.ssa Federica de Min, Coordinatrice aziendale dell'attività di donazione e prelievo di organi - Ad essere più precisi, la possibilità di procedere alla donazione degli organi in pazienti deceduti dopo arresto cardiaco esiste da alcuni anni, ma una differenza sostanziale la fa il luogo in cui si trova il paziente: un conto è la procedura cosiddetta 'controlled', che riguarda i pazienti che vanno in arresto cardiaco in terapia intensiva, e quindi in un contesto 'controllato' fin dalla genesi, un conto è la procedura 'uncontrolled', ovvero quella del caso in questione, in cui l'arresto avviene a domicilio o comunque fuori dall'Ospedale. Mentre di procedure DCD a Varese ne abbiamo fatte una decina dal 2017, questo è il primo caso di DCD uncontrolled a Varese. Una procedura che richiede grande coordinamento e capacità, oltre che un intervento tempestivo. Fondamentale, ad esempio, è calcolare con precisione l'ora dell'arresto cardiaco e che il paziente arrivi in Ospedale meno di un'ora dopo l'evento".
"La complessità di questa procedura - sottolinea Severgnini - è dimostrata dal fatto che sono pochissimi gli Ospedali lombardi in grado di eseguirla. Ma vale la pena approntarla, formare il personale, tentare ogni volta che ve ne è la possibilità: è un altro modo per far capire quanto gli organi donati siano preziosi per curare pazienti in attesa di trapianto e quanto sia importante rispettare una volontà espressa in vita".

NEWS RICERCA E SVILUPPO
15/12/2022
15/12/2022
La Medicina interna dell'Ospedale di Circolo accreditata come Scuola avanzata di Eco-Color Doppler dalla Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia
La Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia ha riconosciuto l'Ospedale di Circolo, ed in particolare la struttura di Medicina interna, diretta dal Prof. Francesco Dentali, come sede della Scuola avanzata SIUMB di Eco-Color Doppler.
A coordinare il progetto, il Dottor Igor Giarretta che, coadiuvato dalle dottoresse Daniela Mastroiacovo, Alessandra Mazziotti, Eleonora Nicolini, Sara Speroni, dal dottor Nicolò Tandurella e con il prezioso supporto del Dottor Guido Bonoldi (referente regionale SIUMB), costituirà il “corpo docente” del percorso formativo.
ASST Sette Laghi, ha ottenuto questo prestigioso riconoscimento in virtù della intensa attività ecografica normalmente erogata dall’Unità di Medicina Interna e delle riconosciute competenze dei suoi specialisti in ecografia vascolare.
La SIUMB (Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia – www.siumb.it), fondata nel 1982 a Bologna, è una società multidisciplinare comprendente varie figure di specialisti, quali internisti, radiologi, chirurghi, gastroenterologi, infettivologi, e medici di base, che stimola e sviluppa studi sull’applicazione degli ultrasuoni nell’ambito della Medicina e della Biologia.
Le scuole SIUMB hanno come finalità l’apprendimento e l’approfondimento teorico e pratico dell’ecografia clinica per il conseguimento delle competenze necessarie alla corretta esecuzione dell’esame ecografico, secondo le attuali linee guida delle Società scientifiche nazionali ed internazionali.
Nel dettaglio, la Scuola di Ecografia SIUMB dell’ASST-Sette-Laghi prevede una formazione specialistica avanzata nelle metodiche di Eco Color Doppler vascolare periferico e del distretto addominale. Il percorso formativo permette di acquisire non solo conoscenze sull’utilizzo degli ultrasuoni nell’ambito delle diverse applicazioni cliniche, ma anche di apprendere la metodologia di esecuzione delle prestazioni eseguendo, in ambito di tutoraggio, indagini ecografiche su pazienti sotto la guida e supervisione di Docenti esperti.
I Corsi si svolgono negli Ambulatori di Angiologia e di Medicina Interna e sono rivolti a tutti i laureati della Facoltà di Medicina e Chirurgia che intendano approfondire le proprie conoscenze ecografiche ed acquisire competenze specialistiche in ambito Vascolare.
Ulteriori informazioni riguardanti le modalità di iscrizione e di frequenza potranno essere ottenute contattando la Segreteria della Scuola all’indirizzo e-mail: ecografia.internistica@asst-settelaghi.it.

NEWS RICERCA E SVILUPPO
21/09/2022
21/09/2022
L'ASST Settelaghi al convegno sul futuro della ricerca Clinica in Italia organizzato da FADOI e Istituto Superiore di Sanità
Ieri si è svolto un importante convegno sul futuro della ricerca Clinica in Italia organizzato da FADOI (federazione delle associazioni dirigenti ospedalieri internisti) e Istituto Superiore di Sanità.
Alla presenza di rappresentanti dei principali stakeholder nel campo della sanità come il Ministero della Salute , AIFA, FIASO e Farmindustria in una giornata di lavoro sono state elaborate delle proposte pratiche per un manifesto della ricerca clinica in Italia.
L’ASST Settelaghi ha avuto un ruolo da protagonista in questa importante giornata grazie alla presenza del Prof Dentali Francesco, Direttore del Dipartimento Emergenze ad alta specialità e Medical center e Presidente Eletto FADOI.

NEWS RICERCA E SVILUPPO
30/06/2022
30/06/2022
Trentamila euro, raccolti da privati cittadini, per finanziare un data manager per l'Urologia varesina

NEWS RICERCA E SVILUPPO
28/06/2022
28/06/2022
Due ematologi varesini primi autori su riviste scientifiche internazionali dall’impact factor altissimo.
Si chiamano Marco Salvini e Michele Merli i due ematologi varesini il cui nome compare quale quello del primo autore in due articoli scientifici pubblicati su riviste dall’altissimo impact factor: si tratta dell’American Journal of Hematology e del Journal of Clinical Oncology.
Pubblicare su queste riviste è una di quelle evenienze che capitano una o due volte nella carriera di un professionista, evenienza ancora più rara se l’autore è un medico ospedaliero, che non ha quindi la ricerca come attività core.
Ma il Dott. Marco Salvini e il Dott. Michele Merli ce l’hanno fatta, a dimostrazione di quanto l’ematologia varesina, diretta dal Prof. Francesco Passamonti, sia un reparto proteso in avanti, pronto a recepire le novità offerte dallo studio e dalla ricerca e contribuire attivamente al progresso delle conoscenze.
Il primo articolo, a firma del Dott. Marco Salvini, riferisce di uno studio sulla risposta immunitaria alla vaccinazione anti Covid-19 in 365 pazienti con neoplasie ematologiche, cioè leucemie, linfomi e mieloma: una popolazione di pazienti fragili.
“Lo studio, che abbiamo condotto in Ematologia, si è svolto in collaborazione con il Prof. Paolo Grossi, Direttore delle Malattie Infettive, - spiega il Dott. Salvini – e con il Laboratorio di Microbiologia, il Dipartimento di Biotecnologie dell'Università dell'Insubria e l'IRCCS MultiMedica. Dallo studio è emerso un dato molto importate e cioè che l'80% dei pazienti riesce a produrre anticorpi dopo la vaccinazione e le dosi booster consentono di generare una risposta immunitaria in circa un terzo dei pazienti che non hanno risposto al primo ciclo vaccinale. Da un punto di vista clinico, è stato dimostrato che la vaccinazione riduce la durata, la severità e la mortalità del Covid-19 nei pazienti con neoplasia ematologica sottoposti a vaccinazione”.
“Fin dall’inizio della pandemia, - ha aggiunto il Prof. Passamonti, orgoglioso del prestigioso risultato raggiunto dai suoi due collaboratori - l’Ematologia, in collaborazione con i colleghi dell’ASST Sette Laghi, ha lavorato per prevenire il Covid-19, curarlo al meglio e poter continuare le cure dei pazienti ematologici”.
Il secondo articolo, pubblicato a primo nome dal dottor Michele Merli sul Journal of Clinical Oncology (JCO), la più importante rivista di Oncologia a livello internazionale, riporta i risultati dello studio prospettico BArT della Fondazione Italiana Linfomi (FIL), coordinato insieme al professor Luca Arcaini dell’Università di Pavia.
“Lo studio – spiega il Dott. Merli - ha incluso 40 pazienti affetti da linfomi non-Hodgkin indolente e infezione attiva da virus dell’epatite C (HCV), arruolati in 13 Centri italiani, tra cui l’Ospedale di Circolo di Varese, dove sono stati gestiti in collaborazione con il reparto di Malattie Infettive del professor Paolo Grossi. I pazienti sono stati trattati esclusivamente con terapia antivirale con i nuovi farmaci ad azione antivirale diretta (DAA) contro il virus HCV: come atteso, l’infezione virale è stata definitivamente eradicata nella totalità dei pazienti, senza effetti avversi significativi. Tuttavia l’aspetto più rilevante dello studio è stata la dimostrazione che il 45% dei pazienti, in seguito all’eradicazione del virus, ottiene anche una risposta a livello del linfoma, nel 20% dei casi in maniera completa, e che queste risposte si mantengono a lungo nel tempo: nel 90% dei casi per oltre 3 anni. Nel complesso, lo studio ha dimostrato per la prima volta in modo prospettico l’importanza di eradicare tempestivamente con i nuovi farmaci antivirali il virus HCV nei pazienti con linfoma indolente HCV-positivi, dal momento che il linfoma può andare incontro a regressione una volta eliminata l’infezione virale”.
“Due medici ospedalieri della nostra Ematologia firmano da primi autori articoli su riviste dall’impact factor altissimo, 10,047 per l’American Journal of Hematology e 44,54 per il Journal of Clinical Oncology! – ha tenuto a commentare il Direttore Sanitario di ASST Sette Laghi, Lorenzo Maffioli – Sono risultati che non si improvvisano e che richiedono un impegno costante e grandissime competenze. Congratulazioni ai due autori e complimenti al Prof. Passamonti, capace di coltivare i talenti dei suoi collaboratori per creare una squadra che è davvero un’ eccellenza!”.

NEWS RICERCA E SVILUPPO
20/06/2022
20/06/2022
La Chirurgia vascolare varesina invitata al LINC, uno dei più importanti congressi al mondo di chirurgia endovascolare.
CLINICAL TRIAL CENTER
Istituito nel 2019, il Clinical Trial Center (CTC) ha come obiettivo principale quello di promuovere la partecipazione dell’ASST a bandi di ricerca nazionali (Ministero della salute, Regione Lombardia...) ed internazionali e coadiuvare gli sperimentatori nella progettazione degli studi, nella raccolta delle relative autorizzazioni, nella conduzione degli stessi.
La ASST dei Sette Laghi, infatti, è polo universitario, per cui è impegnata in numerosi studi clinici ed in attività di ricerca. Il Clinical Trial Center supporta l’attività scientifica del personale sanitario sia nella fase di stesura e di rendicontazione dei progetti di ricerca, sia nella conduzione di sperimentazioni cliniche sponsorizzate (profit) e spontanee (non profit).
Inoltre, il CTC gestisce gli studi da un punto di vista organizzativo ed economico- finanziario, si occupa della registrazione degli stessi nei data base nazionali e internazionali, monitorando il percorso del paziente inserito in uno studio clinico con lo scopo di garantire la progressione della sperimentazione secondo quanto stabilito
dal protocollo, con particolare riferimento all’arruolamento dei pazienti, alla registrazione dei risultati ed al rispetto delle tempistiche.
Attualmente il CTC gestisce la parte amministrativa di circa 19 progetti di ricerca e sono state sottoscritte 57 convenzioni relative a studi.