Calcolosi urinaria
Calcolosi urinaria
La calcolosi delle vie urinarie è una dalle più comuni e conosciute malattie delle vie urinarie; interessa circa il 3% della popolazione e particolarmente a rischio sono i maschi d'età compresa tra i 20 ed i 40 anni. Tra i fattori predisponenti ritroviamo: scarso apporto idrico, familiarità (calcolosi cistinica), infezioni croniche delle vie urinarie, dieta incongrua, ipertiroidismo ed iperparatiroidismo, abuso di integratori (salini e vitaminici) e disidratazione.
I calcoli si originano, solitamente nel rene, dalla precipitazione di sali minerali (calcio, ossalato, fosfati ed acido urico) e tendono a passare alle vie urinarie inferiori. Nel mondo occidentale il 90% dei calcoli è costituito da ossalato di calcio (radiopachi). Se di piccole dimensioni, i calcoli possono essere asintomatici ed essere espulsi spontaneamente; in molti casi, invece, i calcoli possono provocare un dolore acuto e violento nella regione lombare dando luogo a una colica renale..
La metodica di prima scelta nella diagnosi della calcolosi è l'ecografia che fornisce informazioni sufficientemente dettagliate senza esporre il paziente a radiazioni; all’ecografia segue la TAC, generalmente senza mezzo di contrasto.
La scelta del tipo di cura è stabilita in funzione delle dimensioni e localizzazione del calcolo e delle condizioni della persona che ne soffre. In caso di colica renale si interviene con una terapia antidolorifica mentre la terapia antibiotica viene intrapresa in caso di infezione delle vie urinarie. Se i calcoli sono troppo grossi per essere espulsi, si può intervenire con diverse tecniche: ESWL (litotrissia extracorporea ad onde urto), ureterorenoscopia con asportazione e/o frammentazione laser del calcolo, litotrissia percutanea (PCNL) e chirurgia a cielo aperto.