L'esperienza del Servizio di Anestesia e Gestione dei Blocchi Operatori in questi mesi di emergenza.
L'esperienza del Servizio di Anestesia e Gestione dei Blocchi Operatori in questi mesi di emergenza.
16 febbraio 2022
Comunicato stampa
Notizia

"Gli anestesisti svolgono un ruolo centrale nella cura delle forme gravi di insufficienza respiratoria da COVID-19 anche nei reparti di degenza ordinaria, grazie alle loro peculiari competenze tecniche volte al controllo, al sostegno e al ripristino delle funzioni vitali - riassume Bacuzzi - Sfruttando tali competenze e utilizzando il casco da CPAP nei reparti è stato possibile ridurre gli accessi alle Terapie Intensive. Da febbraio 2020 più di mille pazienti sono stati trattati all’Ospedale di Varese con tale presidio, permettendo la risoluzione del quadro clinico sino a guarigione in circa il 60% dei casi ed evitando il ricovero in Rianimazione. La cura nei reparti di degenza ordinaria dei pazienti trattati con CPAP è stata possibile in virtù di un enorme sforzo organizzativo corale, coinvolgendo medici, infermieri, ingegneri gestionali e personale di supporto. I reparti sono stati infatti trasformati in senso semi-intensivo, dotandoli di tutte le tecnologie necessarie allo scopo. Il concetto di “Patient-centered care” ha trovato un ambito privilegiato di applicazione in questo contesto, e ha richiesto particolare attenzione agli aspetti relazionali, pesantemente messi in crisi dalla barriera fisica rappresentata dai dispositivi individuali di protezione usati dal personale sanitario e dal casco da C-Pap. Fonte di sollievo per il paziente, strumento capace di “ridare il respiro” nelle gravi forme di COVID, il casco è infatti anche causa di isolamento e separazione. Un isolamento affrontato dagli anestesisti che, nel caldo soffocante delle tute protettive, hanno speso ore per mantenere il contatto umano, garantendo presenza e dialogo".
L’attività anestesiologica però, anche durante le fasi di recrudescenza pandemica, ha potuto comunque proseguire anche nella sua naturale sede di impiego: la sala operatoria.
"Nei diversi Presidi ospedalieri della ASST dei Sette Laghi è stata infatti garantita la piena recettività per le urgenze e le emergenze chirurgiche nell’ambito delle patologie di rete di regione Lombardia, sia per pazienti covid positivi che negativi - continua Bacuzzi - Durante la terza e la quarta ondata è stata inoltre assicurata, seppure con delle riduzioni, la programmazione chirurgica elettiva per pazienti covid negativi. Tale programmazione è stata dedicata in particolare alla chirurgia oncologica e tempo-dipendente, richiedendo l’adozione di un modello organizzativo in grado di garantire un percorso perioperatorio isolato e sicuro in un ospedale sede di Hub covid.
Superato lo shock iniziale della prima ondata di marzo 2020, i mesi che hanno separato le successive ondate pandemiche sono stati dedicati a livello aziendale al recupero di tutti gli interventi chirurgici rimandati. Anche in queste fasi il contributo anestesiologico è stato determinante, non solo a livello operativo: la flessibilità organizzativa maturata nel periodo pandemico ha trovato piena applicazione nella Centrale Unica di coordinamento Blocchi Operatori, struttura che sovrintende il funzionamento di tutti i Blocchi operatori aziendali, al fine di armonizzare le esigenze chirurgiche con le risorse umane, tecnologiche e strumentali. Proprio nell’attività della Centrale di coordinamento la figura anestesiologica assume un ruolo super partes nella programmazione e nella dialettica quotidiana con tutti gli attori del sistema Sala operatoria: chirurghi, personale delle professioni sanitarie e ingegneri gestionali".