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Rischio neoplastico in relazione all'ambiente, agli stili di vita e alla storia famigliare
Non esiste quasi mai, tranne in alcune rare forme ereditarie, un'unica causa che possa spiegare l'insorgenza di un tumore. Al suo sviluppo concorrono diversi fattori, alcuni dei quali non sono modificabili, come i geni ereditati dai propri genitori o l'età, mentre su altri si può intervenire per ridurre il rischio di andare incontro alla malattia.
I principali fattori di rischio che determinano l’insorgenza del cancro sono lo stile di vita, i fattori ereditari e l’invecchiamento.
L'invecchiamento è certamente il più importante fattore di rischio per il cancro: la maggior parte dei tumori infatti si sviluppa in tarda età. È anche per l'aumento dell'età media della popolazione, quindi, che nell'ultimo secolo il numero di persone che hanno sviluppato un tumore è andato aumentando. In ogni modo, diverse forme di cancro si possono presentare, con frequenza variabile, a qualunque età.
Le abitudini della vita quotidiana non causano direttamente il cancro, ma possono aumentare le probabilità di svilupparlo: per questo sono detti fattori di rischio. I più importanti fattori di rischio sono: il fumo, l’alcool, i raggi ultravioletti.
Il fumo
Il più importante e riconosciuto fattore di rischio è senza ombra di dubbio il fumo di tabacco, a cui si possono attribuire, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, un terzo delle morti per cancro e il 15 per cento circa di tutti i decessi che avvengono per qualunque altra causa nel nostro Paese. In particolare il fumo è responsabile di circa il 90 per cento dei casi di tumore al polmone, una forma di cancro che altrimenti sarebbe molto rara. L’International Agency for Research on Cancer (IARC), l'agenzia dell'OMS per la ricerca sul cancro, ha stimato in una monografia che anche il 60-70 per cento dei tumori della laringe, della cavità orale, dell'esofago, della vescica, dei reni sono attribuibili al fumo di sigaretta, che è sempre più spesso implicata nella genesi di molti altri tumori comuni, da quello della vescica a quello del colon, dal tumore del pancreas a quello dello stomaco e della mammella. I fumatori possono inoltre presentare un rischio più elevato di leucemia mieloide acuta.
È determinante non solo quante sigarette si fumano, ma soprattutto per quanto tempo si protrae l'abitudine.
Il fumo contribuisce allo sviluppo del cancro con due possibili meccanismi: da un lato può causare mutazioni genetiche che innescano la formazione del tumore; dall'altro può favorire losviluppo del tumore, una volta che queste si sono verificate. Inoltre il fumo tende a deprimere la risposta del sistema immunitario. Anche coloro che hanno già avuto un tumore, smettendo di fumare, aumentano le possibilità di successo delle cure e riducono le probabilità che la malattia si ripresenti.
I raggi ultravioletti
I raggi del sole hanno un effetto benefico sull'organismo, che ne ha bisogno tra l'altro per produrre lavitamina D, una sostanza ad azione ormonale indispensabile non solo per la salute delle ossa, ma per il benessere di tutto l'organismo. L'esposizione eccessiva nelle ore centrali della giornata, in relazione alle proprie caratteristiche personali, tuttavia danneggia la pelle e la espone al rischio di diversi tumori della pelle. Le scottature, in particolare, soprattutto nei bambini, sembrano aumentare il rischio di melanoma. Per questo gli esperti mettono in guardia anche dall'uso di lampade e lettini solari, sui quali alcuni Paesi tra cui l’Italia hanno imposto norme più restrittive, soprattutto per i più giovani
L’alcol
Anche le bevande alcoliche, se consumate in eccesso, possono provocare il cancro, come ha dimostrato un gruppo di ricercatori internazionali che, per conto dello IARC, ha analizzato gli effetti dell'alcol su 27 parti del corpo. È lungo l'elenco dei tumori il cui rischio può aumentare se si eccede con il consumo di alcolici: tumore alla bocca, all'esofago,a laringe e faringe, al fegato, al colon e al seno.
In Europa è stato stimato che un tumore su 10 negli uomini, e più di uno su 30 nelle donne, sono da attribuire proprio al consumo di alcol.
L'alcol svolge la sua azione cancerogena in diversi modi: può danneggiare alcuni tessuti o organi (come quelli della bocca o il fegato) e se, durante il tentativo di riparazione, si verificano "errori", alcune cellule possono diventare cancerose. L'alcol, inoltre, può essere trasformato in sostanze dal potenziale effetto cancerogeno mentre viene metabolizzato dall'organismo.
Ancora, può interagire con altri composti dannosi come il fumo, potenziandone gli effetti nocivi o riducendo la capacità protettiva di alcuni nutrienti.
Infine l'alcol può indurre un aumento nella produzione di ormoni come gli estrogeni, anch'essi responsabili di un aumento del rischio di ammalarsi di alcune forme di cancro.
Nessuna bevanda alcolica è sicura. Il fattore determinante, infatti, non è il tipo di bevanda, ma la quantità d'alcol in essa contenuto.
L’alimentazione
Oltre a quel che si versa nel bicchiere, anche come si riempie il piatto può aumentare o ridurre il rischio di tumore. Bisogna tuttavia guardarsi dai risultati di ogni singolo studio che di volta in volta punta il dito sull'uno o l'altro alimento, indicandolo come fattore di rischio o di protezione per una particolare forma della malattia. È evidente che questo tipo di ricerche va preso con cautela. Detto questo, è accertato che alcune abitudini alimentari non salutari possono favorire la comparsa della malattia in due modi:
- apportando sostanze potenzialmente cancerogene, come quelle prodotte dalla carne rossa, soprattutto se lavorata;
- privando l'organismo di fattori protettivi come le fibre contenute nella frutta e nella verdura, o la miscela di vitamine e sali minerali di cui i prodotti della terra sono ricchi e che nessun integratore ha finora saputo riprodurre con eguale efficacia.
In generale si può dire che una dieta ricca di proteine, grassi animali e sale e povera di fibre, verdura e frutta, è quella che più espone al rischio di ammalarsi di cancro.
Sebbene non ci siano prove sufficienti per dire che la scelta di un'alimentazione vegetariana sia da consigliare, sembra ormai accertato che l'assunzione eccessiva e frequente di carne rossa e soprattutto di salumi, salsicce e insaccati aumenti il rischio della malattia.
Ma la qualità dei cibi non è tutto. Anche la quantità ha la sua importanza, soprattutto perché favorisce l'obesità. Diversi studi hanno dimostrato che il sovrappeso e l'obesità sono strettamente connessi al cancro al colon, al seno, all'endometrio e alla cistifellea. All'obesità, oltre agli eccessi alimentari, contribuisce anche la sedentarietà, che tuttavia può favorire lo sviluppo di alcuni tumori anche nelle persone normopeso.
Alimentazione e attività fisica agiscono sul rischio di sviluppare un tumore con diversi meccanismi. Per esempio, per quanto riguarda il colon, sia l'apporto di fibre con i cibi, sia l'attività fisica favoriscono la motilità intestinale, evitando che sostanze potenzialmente dannose rimangano a lungo a contatto con la parete dell'intestino. Ma entrambi questi fattori possono influire anche sul grado di infiammazione dell'intestino stesso, così come a livello di altri organi e tessuti.
I fattori ambientali
Ci sono diversi elementi che possono favorire la comparsa della malattia anche nell'ambiente che ci circonda. Alcuni sono presenti in natura, come certi minerali o agenti infettivi, altri sono prodotti chimici cui possono essere maggiormente esposte alcune categorie di lavoratori, altri ancora sono agenti fisici come le radiazioni ionizzanti. Ecco i più importanti.
L’Inquinamento atmosferico
Uno studio pubblicato a marzo del 2014 dalla importante rivista The Lancet dimostra che respirare per molti anni aria inquinata, anche se nei limiti consentiti, aumenta la mortalità per cause naturali, compresa quella per cancro. Gli studi epidemiologici, che hanno messo in luce una maggiore frequenza di certe forme tumorali in alcune categorie di lavoratori, hanno permesso di scoprire una serie di sostanze chimiche cancerogene. Di alcune di queste è stato proibito l'uso, per altre sono state stabilite norme per proteggere chiunque debba venirne a contatto. La legislazione italiana è particolarmente severa al riguardo, per cui, per stare tranquilli, basta seguire con scrupolo le raccomandazioni previste dalle leggi per la sicurezza sul lavoro.
Il benzene, per esempio, contenuto in alcuni solventi e materiali per il lavaggio a secco, ma anche nel fumo di sigaretta, aumenta il rischio di leucemia. Le diossine sono sostanze che si producono nel corso di diversi processi produttivi e tendono ad accumularsi nell'ambiente e negli alimenti; altre sostanze pericolose sono contenute in alcuni pesticidi usati in agricoltura e il cloruro di vinile, con cui venivano in contatto soprattutto gli addetti all'industria della plastica.
Gli idrocarburi aromatici policiclici, oltre che nel fumo di sigaretta e nei cibi cotti alla griglia, si trovano nei gas di scarico delle auto e nel fumo prodotto dalla combustione del legno nel camino o nelle stufe: oltre che tumori del polmone favoriscono lo sviluppo di quelli della pelle e dell'apparato urinario. L'inquinamento può quindi essere anche tra le mura domestiche, e non solo a causa del fumo passivo di sigaretta: per evitare l'effetto nocivo di queste sostanze è importante ventilare spesso gli ambienti.
La scoperta del ruolo dell'amianto (anche detto asbesto) nella genesi di alcuni tumori dei polmoni e soprattutto della sottile membrana che li riveste ovvero la pleura (mesoteliomi) ha indotto le autorità a proibirne l'uso, un tempo diffuso soprattutto nell'edilizia. Altre sostanze potenzialmente cancerogene sono alcuni metalli (tra cui arsenico, berillio, cadmio, cromo, piombo e nichel).
Gli agenti fisici
Tutti siamo esposti a una piccola dose di radiazioni ionizzanti, provenienti dai raggi cosmici che penetrano l'atmosfera. Queste radiazioni tuttavia rendono conto solo di una piccola quota del rischio di indurre mutazioni del DNA e di ammalarsi. Un notevole incremento del rischio si osserva invece nelle persone esposte a dosi elevate, per esempio in seguito a esplosioni nucleari.
L'effetto dell'esposizione a raggi X in ambito medico è importante soprattutto nei bambini; poiché il rischio tende ad accumularsi con la dose, è bene valutare sempre rischi e benefici di ogni procedura diagnostica o terapeutica che richieda il loro uso.
Un agente radioattivo presente in natura è il radon, diffuso specialmente nelle cantine e nei piani più bassi delle abitazioni. Areare spesso gli ambienti riduce il rischio di esposizione.
Gli agenti infettivi
Il cancro non è una malattia contagiosa, né è provocata direttamente da virus o batteri. Esistono però alcune infezioni che aumentano le probabilità di ammalarsi. Per alcune di queste oggi sono disponibili vaccinazioni che possono ridurre la frequenza di alcuni tumori. È il caso per esempio della vaccinazione contro l'epatite B, obbligatoria in Italia per tutti i nuovi nati a partire dal 1989, mentre sono stati recentemente introdotti farmaci molto efficaci per eradicare il virus dell'epatite C: entrambe queste infezioni possono infatti provocare negli anni una cirrosi che predispone alla formazione di un tumore del fegato.
Un altro vaccino utile alla prevenzione del cancro è quello che evita l'infezione da Papilloma virusumano (HPV). Questa infezione molto comune nei genitali può essere asintomatica, e nella maggior parte delle persone infette non produce conseguenze. Alcuni tipi di questo virus tuttavia favoriscono la comparsa del carcinoma del collo dell'utero, del pene, della vagina, dell'ano, dell'orofaringe e della base della lingua. Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 ha esteso anche ai maschi undicenni la raccomandazione di sottoporsi a questa vaccinazione, già raccomandata dal 2008 alle ragazze della stessa età.
Altri virus legati allo sviluppo di tumori sono il virus di Epstein Barr, che generalmente causa la mononucleosi, ma in Africa causa il linfoma di Burkitt; l'HIV, che predispone a vari tumori in seguito a immunosoppressione; e l'herpesvirus 8, che può favorire lo sviluppo del sarcoma di Kaposi.
Anche un batterio, infine, chiamato Helycobacter pylori, è stato ricollegato ad alcune forme di tumore dello stomaco: la maggior parte delle persone che lo ospitano, tuttavia, soffrono solo di gastrite o ulcera e comunque lo possono estirpare con una terapia antibiotica appositamente prescritta dal medico.
I fattori ereditari
Tra i fattori di rischio per l’insorgenza del cancro un ruolo importante è a carico dell’ereditarietàche è la causa principale di circa il 10% di tutti i tumori. Oggi sappiamo che mutazioni genetiche di specifici geni sono responsabili di sindromi di suscettibilità ai tumori e tali sindromi sono caratterizzate dalla presenza di specifici tumori all’interno di una stessa famiglia. Quindi per identificare i tumori ereditari è fondamentale conoscere e accertare correttamente la presenza di tumori in membri della stessa famiglia. Le sindromi di suscettibilità ereditaria ai tumori sono caratterizzate dalla presenza di mutazioni genetiche accertate nel sangue periferico dei pazienti e queste mutazioni (germinali) si trasmettono ai parenti secondo le specifiche leggi della genetica.
Peròle mutazioni genetiche da sole non trasmettono il cancro ma queste conferiscono una maggiore predisposizione a svilupparlo. Se quindi ci sono stati diversi casi di cancro in famiglia, non significa che tutti i membri prima o poi si ammaleranno, ma solo che occorre prestare maggiore attenzione a seguire stili di vita sani e sottoporsi con regolarità ai controlli suggeriti dal proprio medico. Le persone infatti portatrici di queste mutazioni genetiche hanno un rischio elevato (più alto rispetto a quello della popolazione generale) di ammalarsi di uno specifico tumore.
È possibile infatti ereditare un gene mutato che rende la cellula più suscettibile alla malattia; ma perché il tumore possa cominciare a svilupparsi e crescere è necessario che si sommino altri errori.
L’opportunità di sottoporsi a un test genetico deve essere valutata in base ai tumori di ogni storia famigliare: quali e quanti tipi di tumore, se dello stesso tipo, se in età precoce, se nello stesso ramo della famiglia ecc... E’ il Genetista che attraverso la Consulenza Genetica Oncologica analizzando nel dettaglio la storia famigliare e sulla base di criteri ormai ben standardizzati, suggerisce specifiche indagini genetiche.
Se per esempio nella stessa famiglia si sono registrati diversi casi di tumoreall'ovaio o al seno, soprattutto in età giovanile, il genetista può valutare l'opportunità di consigliare un test dei geni BRCA1 e BRCA2 per verificare la presenza di mutazioni che predispongono a queste forme di tumori nelle donne e, negli uomini, al tumore mammario maschile e al tumore della prostata(sindrome di suscettibilità ereditaria ai tumori mammari e ovarici).
Le malattiegenetiche di suscettibilità ereditaria al cancro sono rare e la loro conoscenza e rilevanza nella prevenzione oncologica è una recente acquisizione, i geni responsabili dei tumori ereditari sono stati infatti identificati solo negli anni novanta, oggi però le analisi genetiche dei geni di predisposizione al cancro sono entrate nella pratica clinica.
La conoscenza delle mutazioni genetiche (ereditate) che predispongono al cancro ci permettedi attuare un modello di prevenzione oncologica che si basa sul reale rischio di ammalarsi indipendentemente dall’età.Poiché la maggior parte dei tumori ereditari ha una precoce età di insorgenza, questo modello di prevenzione (attraverso l’uso dei test genetici) ha come target pazienti ad alto rischio che non rientrano negli attuali screening di popolazione.
Oggi le persone affette da tali sindromi di suscettibilità ereditaria al cancro sono identificabili con specifici test genetici. Le persone portatrici di specifiche mutazioni genetiche di geni di suscettibilità al cancro hanno elevato rischio oncologico:citiamo ad esempio le donne portatrici di mutazione di uno dei due geni BRCA1 o BRCA2 che hanno un rischio del 60% di sviluppare tumori maligni della mammella e del 20-40% di sviluppare tumori maligni ovarici nel corso della loro vita. Il rischio oncologico di queste persone è decisamente più elevato rispetto al rischio della popolazione generale
È documentatoormai da numerosi studi in letteratura e da tutte le linee guida nazionali ed internazionali che misure di sorveglianza adeguate abbassano il rischio oncologico degli individui portatori di tali mutazioni genetiche. Inoltre per alcune sindrome più note (Sindrome di suscettibilità ereditaria della mammella e dell’ovaio BRCA1 e 2 correlata e Sindrome di Lynch)è accertato un abbassamento della morbilità e della mortalità nei soggetti ad alto rischio oncologico trattati con adeguate misure di sorveglianza che comprendono esami clinico-strumentali, la chirurgia rischio riduttiva ela chemio prevenzione.
Per le ragioni sopra citate l’identificazione dei soggetti portatori di mutazione dei geni di suscettibilità al cancro (soggetti ad alto rischio oncologico) permette una prevenzione efficace, soprattutto nelle persone in giovane età e ne protegge il programma riproduttivo.
Le sindromi di suscettibilità ereditaria al cancro più frequenti riguardano soprattutto i tumori della mammella, dell’ovaio, i tumori del colon retto e ginecologici (tumori dell’endometrio e dell’ovaio).
prof. Fausto Sessa
Direttore S.C. Aatomia e Istologia Paologica