tumore vescica
Tumore della vescica
Il tumore vescicale è una neoplasia maligna che colpisce l’organo alloggiato nello scavo pelvico deputato alla raccolta dell’urina prodotta dai reni. E’ il secondo tumore maggiormente rappresentato in Urologia dopo quello della prostata e rappresenta il 3% di tutti i tumori diagnosticati.
E’ più comune nei maschi con una prevalenza 3 volte superiore rispetto alle donne; l’insorgenza dei tumori vescicali cresce con l’aumentare dell’età con un picco tra i 60 e 70 anni. Il maggior fattore di rischio in chi sviluppa un tumore vescicale è il fumo di sigaretta. Anche l’esposizione a sostanze cancerogene come le amine aromatiche o idrocarburi (industria tessile, coloranti e gomme) hanno un ruolo nel causare i tumori vescicali.
Circa l’85% dei tumori vescicali è superficiale alla diagnosi: vale a dire che il tumore si sviluppa sulle cellule che rivestono la vescica ma non si estendono al di sotto della porzione muscolare della parete vescicale. Il rimanente 15% è invece infiltrante, cioè infiltra la parete muscolare e pertanto sono più aggressivi.
La comparsa di sangue visibile nelle urine (ematuria) è il sintomo guida che permette di far sospettare la presenza di un tumore vescicale. La diagnosi si avvale principalmente dell’ecografia dell’apparato urinario, ma soprattutto della uretrocistoscopia (con strumento rigido o flessibile) che permette di evidenziare lesioni piane o vegetanti all’interno della vescica. Importanti anche l’esecuzione delle citologie urinarie per il riscontro di cellule esfoliate tumorali che possono ritrovarsi nelle urine. La TAC addome con mezzo di contrasto (UROTC) viene per lo più eseguita allo scopo di stabilire il grado di diffusione della malattia.
Il trattamento dei tumori vescicali differisce se i tumori sono superficiali o infiltranti. Nel primo caso l’intervento è endoscopico: mediante uno strumento simile al cistoscopio, si preserva l'integrità delle vie urinarie e si asporta il tumore vescicale sia a scopo diagnostico che curativo. In presenza di tumori superficiali, vi è la possibilità dopo la resezione del tumore di effettuare un trattamento di instillazioni endovescicali con il bacillo di Calmette-Guerin (BCG) o chemioterapiche ad azione locale (Mitomicina, Epirubicina).Nel caso di tumori infiltranti invece, il trattamento chirurgico è la scelta più indicata con l’intervento di cistectomia radicale e derivazione urinaria che a seconda dell’estensione del tumore, può utilizzare diverse tecniche che vanno dalla ricostruzione di una neovescica utilizzando un tratto intestinale o un condotto esterno (urostomia) mono o bilaterale.